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Il primo torneo a girone unico fu caratterizzato da un serrato testa a testa fra l’Inter ed i campioni in carica della Pro Vercelli, risolto da uno dei più controversi esiti nella storia del calcio nostrano. Dopo un inizio catastrofico, la neonata formazione nerazzurra infilò un’incredibile striscia di undici successi consecutivi, ma un inaspettato crollo a Genova impedì ai neroazzurri di sorpassare in classifica i leoni bianchi vercellesi, rendendo necessario uno spareggio per l’assegnazione del titolo federale (quello italiano era stato vinto dalla Pro Vercelli, essendo essa la miglior classificata tra le squadre composte unicamente da italiani).[1] I piemontesi, in virtù dell'articolo 8 del regolamento federale, che stabiliva che ogni eventuale spareggio si sarebbe tenuto sul campo della società con la migliore differenza reti, chiesero ed ottennero che la partita si svolgesse proprio a Vercelli.Le controversie cominciarono quando la Federazione dovette stabilire la data della sfida: poiché il 5 e l'8 maggio si sarebbero tenuti dei match preparatori per l'esordio della Nazionale italiana del 15 maggio contro la Francia,[1][2], divenne necessario far giocare lo spareggio quando ancora si dovevano recuperare alcune gare di campionato, essendo ormai chiaro già il 10 aprile che le due squadre sarebbero finite in testa da sole. Rimanevano, quindi, solo tre domeniche disponibili: il 17 aprile, il 24 aprile ed il 1º maggio.La Federcalcio propose in prima battuta il giorno 17 aprile, ma la Pro Vercelli si oppose, in quanto in tale data vari giocatori vercellesi erano occupati in una competizione studentesca organizzata dal giornale milanese Il Secolo, anche se poi nessun giocatore scese in campo (al punto di far pensare che fosse un'iscrizione "tattica" per far rinviare la partita e recuperare gli infortunati).[2] La Pro Vercelli si giustificò per la mancata partecipazione al torneo studentesco, sostenendo che fu il preside dell'Istituto Tecnico di Vercelli a osteggiare la loro partecipazione alla manifestazione giovanile in assenza di una speciale autorizzazione dei genitori.[3]La seconda opzione proposta dalla FIGC fu allora il 24 aprile, quando era però in programma un torneo tra squadre militari (indetto anch'esso da "Il Secolo"), a cui la Pro Vercelli doveva fornire 3 giocatori: Fresia, Felice Milano e Innocenti. Il presidente dei piemontesi Luigi Bozino richiese allora lo spostamento della gara al 1º maggio, ricevendo assicurazioni verbali in tal senso dal presidente della Federazione Luigi Bosisio (assicurazioni che dovevano, tuttavia, essere confermate dal consiglio federale per avere valore effettivo). L'Internazionale, però, oppose il suo rifiuto alla nuova posticipazione dell'incontro: i nerazzurri, infatti, fecero presente che dovevano dal 1º maggio disputare una tournée calcistica in Toscana ed Emilia,[2][4] e che due dei suoi calciatori (Zoller e Fossati) avrebbero avuto degli impedimenti lavorativi.[5]Tenendo conto del fatto che l'ennesimo spostamento della data della finale in favore dei vercellesi avrebbe causato problemi alla compagine interista (la quale chiedeva parità di trattamento per entrambe le società, e sportivamente non si era opposta al primo rinvio); valutando a posteriori come pretestuosa la duplice richiesta dei piemontesi di posticipare lo spareggio (proprio a causa della mancata partecipazione di questi all'amichevole del 17 aprile);[6] sospettando, dunque, che i succitati rinvii fossero stati chiesti dalla Pro solo per consentire ai propri elementi un maggior riposo e magari il recupero di alcuni acciaccati,[5] il consiglio federale decise di confermare definitivamente la gara per il 24 aprile e programmò per il 1º maggio l'eventuale ripetizione da giocare in caso di pareggio.La Pro Vercelli, in un primo comunicato alla Gazzetta dello Sport, scrisse di preferire la rinuncia alla vittoria in Campionato, pur di non privare il 53° Fanteria dei suoi giocatori. Il giornale milanese commentò:
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